"testo
scritto che vale a comprovare il compimento di un'azione giuridica
(ossia di un atto volontario destinato a creare o a confermare o a
estendere o a modificare diritti e obbligazioni) ovvero l'esistenza di
un fatto giuridico (ossia di un avvenimento o di uno stato di fatto che
producono conseguenze giuridiche)"
da F. Pratesi, Nolo aliud instrumentum, in Francesco d'Assisi. Documenti e Archivi. Codici e Biblioteche. Miniature, Milano, 1982, p. II. |
CONDAGHES
MONASTICI
S.
Pietro di Silki S.
Michele di Salvenor S.
Nicola di Trullas (tra Semestene e Pozzomaggiore) S.
Maria di Bonarcado
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"un
regesto puramente amministrativo, una collezione di atti, di compere,
doni, lasciti, permute, decisioni di liti; in una parola il libro che
rappresentava la consistenza patrimoniale delle chiese, dei
monasteri"
da Il Condaghe di S. Pietro di Silki. Testo logudorese inedito dei secoli XI-XIII, a cura di G. Bonazzi, Sassari-Cagliari, 1900, p. XLII.
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CONDAGHE
LAICO
Barisone
II o S. Leonardo di Bosove
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SS. Trinità di Saccargia |
CONDAGHES
DI FONDAZIONE
S. Gavino S.
Maria di Tergu SS. Trinità di Saccargia S.
Pietro di Bosa (perduto)
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S. Gavino |
Il
termine condaghe riferito a documenti quali il condaghe di S. Gavino,
di S. Maria di Tergu o altri analoghi, non riveste il significato di
registro amministrativo-giuridico che, in genere si attribuisce a questo
tipo di documenti sardi. Per
condaghe, termine che si alterna spesso a fundaghe, a partire dal
secolo XV fino a tutto il XVII si intendevano anche quelle opere che
facevano riferimento alla storia patria, alle origini di quel mondo
giudicale la cui conoscenza permetteva di ricercare antiche radici di
nazionalità. Il termine, quindi poteva avere il significato di cronaca,
fonte narrativa in genere. Non
è da escludere che anche queste fonti siano state prodotte in ambienti
monastici, dapprima dietro l’esigenza di tramandare in forma orale
notizie che, perdendosi, avrebbe sminuito il rilievo delle singole entità
ecclesiastiche. E’ quindi probabile che, in un secondo momento, la
tradizione sia confluita nei condaghes in primo luogo perché si avesse
una redazione scritta dei vari racconti che ne permettesse una
trasmissione nel tempo. Non
solo. La stesura in forma di condaghe aveva anche lo scopo di
certificare con maggiore autorità l’autenticità del contenuto, così
come avveniva per i condaghes amministrativi. Nonostante ospitassero
elementi provenienti da testimonianze leggendarie proponendoli accanto
ad altri, storicamente riscontrabili, questi documenti mantenevano,
comunque “l’alto valore di corroborare il vero” Va ricordato infine che questi documenti erano scritti con “intenti propagandistici a favore di questa o quella chiesa” e che “legare un centro sacro ad un miracolo o all’attività di un celebre santo, o comunque ad un evento straordinario, contribuiva ad accrescere presso il popolo il valore delle feste e dei riti che vi si celebravano, e quindi contribuiva anche alla robustezza economica del santuario” (P. Maninchedda).
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CONDAGHE
(cronaca) Libellus
iudicum turritanorum
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