Lettere di Gregorio Magno (591, giugno) - Teodoro, dux Sardiniae si interessi del giudizio arbitrale che vede opposto un suo ufficiale, Donato, contro Giuliana, badessa del monastero di S. Vito, in merito ad un possedimento conteso.- Notizia di vessazioni esercitate dal dux Teodoro nei confronti di pauperes di Turris e di molestie e pene corporali da lui inflitte ai religiosi homines di quella Chiesa. - Lamentele su ingiuste tasse imposte in Sardegna dal dux Teodoro ai possessores e ai cittadini, in contrasto con gli ordini imperiali emessi quando era dux Edanzio.
Le competenze del dux Sardiniae non sono più solo militari ma anche civili e giudiziarie. |
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Lettera di Gregorio Magno (595, giugno 1) - Lettera a Costantina, moglie dell'imperatore Maurizio. La informi di diverse vessazioni fiscali in uso nelle isole. In Sardegna lo iudex pretende una tassa perché si possa continuare a fare sacrifici idolatri anche dopo la conversione al cristianesimo. I poteri fiscali sono esercitati da uno iudex che forse è lo stesso praeses e, comunque, è ancora un funzionario bizantino. |
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Sigillo di Teodoto (Ultimi studi VII secolo, anziché VIII-IX) riferimento ad un consul et dux Sardiniae Ultimo segno generalmente riconosciuto del perdurare delle prerogative del governo bizantino nelle mani di un funzionario locale. Potere politico e militare sono già unificati. Siamo però in una fase intermedia tra una realtà dipendente, bizantina, e una indipendente, giudicale. |
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Opera di Ibn-Khordâdhbeh (metà del IX secolo) Tra i sei patrizi a capo delle provincie di Bisanzio cita il batrîq di Sardegna “che governa tutte le isole del mare”. Notizia dubbia, probabilmente frutto di conoscenze non aggiornate del geografo. Anche se accettata non sposta la presenza bizantina in Sardegna oltre la metà del IX secolo. |
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Lettera
di Leone IV allo iudex Sardinie (851) usa
i termini celsitudo vestra e sublimitas vestra; chiede armati per
fronteggiare a Roma il pericolo arabo e un carico di pinnino (lana marina) per
la tessitura di paramenti religiosi. I
titoli usati fanno pensare a una dignità superiore a quella di rappresentante
del potere centrale bizantino. |
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Lettere
di Leone IV allo iudex Sardinie (851-853) vengono
trattati temi di carattere religioso come il diritto d’asilo negli edifici di
culto e altri argomenti sulle consuetudini liturgiche. Il rapporto diretto tra pontefice e massima autorità operante in Sardegna fa pensare all’assenza di un’autorità superiore esterna ancora effettiva. |
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Lettera
di Nicolò I (864) ricorda
la deprecabile usanza degli iudices Sardinie di praticare incestas et
illicitas nuptias. Si parla di populus e di governationibus. Il
termine populus non contrasta con la quadripartizione giudicale. Si
riferisce ad un unico concetto di sudditanza pur nel frazionamento territoriale
di diverse espressioni del governo. |
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Lettera di Giovanni VIII (873) raccomanda ai principes Sardinie di far cessare la vendita in Sardegna, ad opera di mercanti greci, di cristiani resi schiavi dai musulmani Il termine principes nell’espressione al plurale confermerebbe la molteplicità ormai consolidata dei governi giudicali. |
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Costantino Porfirogenito (930 circa) tra i funzionari bizantini operanti in Occidente cita l’arconte di Sardegna.Notizia unica contrapposta a quelle frequenti su cariche analoghe in Sicilia e Italia meridionale. Probabilmente si riferisce a conoscenze non aggiornate dello scrittore. La soggezione a Bisanzio potrebbe essere soltanto nominale. |
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Epigrafe di Assemini (II
metà del X secolo) viene
citato Torchitorio, arconte di Sardegna La
cultura orientale sopravvive e i ceti dirigenti locali ne traggono
legittimazione storica. Protospatario: ha qui significato onorifico. Sono noti esempi nell’Italia meridionale che non presuppongono dipendenza gerarchica dall’esterno. |