La
(ri)scoperta delle memorie storiche consente di far maturare la
coscienza della tutela delle stesse e stimola nel contempo l'interesse
per un ulteriore approfondimento culturale. In questo senso, il
progetto "Signum" prevede la rielaborazione critica dei dati
ricavati dalla documentazione esistente. La documentazione reperibile
negli archivi comunali, prevalentemente dei secoli XVII-XX, si rivela
prodiga ad esempio di informazioni sull'insediamento umano nell'isola
e può anche offrire utili indicazioni per l'analisi del quadro
territoriale in epoca medioevale. Di notevole valore è inoltre il
patrimonio di notizie di carattere etnografico, indispensabile per lo
studio di tematiche legate prevalentemente alla tradizione orale. La
salvaguardia dei beni archivistici può infine costituire lo spunto
per iniziative di tipo associazionistico, volte alla valorizzazione e
diffusione delle peculiarità storiche locali, da promuovere
attraverso mostre, conferenze, ecc., soprattutto nell'ambito di
manifestazioni folkloristiche di richiamo per il turismo.
Dall'Introduzione:
Lo
sviluppo di molteplici attività culturali nei diversi ambiti di
intervento Locale, ha indotto nuovi problemi e bisogni, in particolare
verso gli operatori e più in generale verso la gente, che fruisce
delle iniziative. Cogliere elementi unificanti, nel clima sociale
contemporaneo è dunque impegno notevole, in Sardegna forse più che
altrove. Qui convivono artisticamente diversi piani di fertilità
creativa: da un lato, con notevoli contraddizioni, sono vivamente
presenti tendenze conservative dei modelli consolidati; dall’altro
si avverte l’esigenza di una sintesi fra passato, e presente o fra
modalità alloctone ed autoctone. Alle notevoli mutazioni sociali,
politiche, antropologiche ,segue la creazione di nuovi bisogni, di
nuovi servizi mirati a colmare la richiesta di acquisire o riconoscere
la propria identità individuale e collettiva, in un amalgama di nuove
identità e nuove coscienze.
In
questi ultimi anni gli operatori locali hanno individuato un metodo,
che poi si è rivelato abbastanza valido per i risultati ottenuti, con
il quale, partendo dalla prassi, si è arrivati a trarre da essi
aspetti teorici, successivamente reimpiegati nella prassi con nuove e
più dettagliate indicazioni, migliorando così la qualità delle
proposte. Ma queste rimangono tendenzialmente chiuse negli stessi
ambiti culturali senza spaziare granché fra i diversi campi della
ricerca artistica.
L’idea
è dunque di essere sì, portatori di specificità ma di assistere,
giorno dopo giorno ad un diverso intrecciarsi di culture che
sollecitano parimenti, sia l’esigenza di prodotti di elevata qualità
ed un respiro non solo regionalistico o locale, sia la creazione di
presupposti per un diverso modo di operare.
Questo
modo di rapportarsi alle cose, ripetiamo, è lungi dall’essersi
realizzato o compiuto, ma è bensì dinamicamente portato a
autoverificarsi e indagarsi. Sono ormai pressanti e molteplici le
iniziative legate allo studio, alla ricerca, alla didattica dei
problemi culturali, che potremo, per comodità, seppur
semplicisticamente, definire IDENTITA’, i quali toccano la musica,
l’arte, la lingua, la scienza, tutte impiegate, coscientemente o
meno, a una semiologia, a un sistema di segni coerenti fra di loro,
codificabili in un linguaggio.
Noi
crediamo che al di là delle esigenze della perfetta riuscita di
questo processo vi sia ancora molto da dire e da fare, perché si
arrivi a una razionalizzazione di questi sforzi e una loro
sistemazione.
Diciamo
anche che a tutt'oggi esiste tra i piani della ricerca storica,
dell’acquisizione o del recupero e quelli della sperimentazione,
della progettualità un salto troppo alto. Troppo forte è talvolta la
tendenza a risolvere i problemi con la sola archeologia dei reperti di
ciò che è rimasto. Questo lavoro, comunque utile per la coscienza,
pensiamo debba attualizzarsi per la conoscenza - debba farsi
LINGUAGGIO, non pensarsi solo recupero, giacché recupero sa di
finito, mentre sappiamo che quasi niente è ancora perso.