Il
notaio Francesco Da Silva roga a Castelgenovese (Castelsardo) e
nel territorio di pertinenza, l’Anglona, fra il 1321 ed il 1326. La
sua attività ha prodotto un complesso di ben 106 atti, fonte di
primaria importanza per la storia sarda del periodo immediatamente
precedente alla conquista catalano-aragonese (1323-1326). Questo corpus
documentario era noto agli studiosi già da tempo; mancava però
un’edizione integrale del cartulare che mettesse a disposizione dei
ricercatori la fonte nella sua interezza e rendesse possibile un
confronto con altre testimonianze coeve. L’edizione curata da Enrico
Basso e Alessandro Soddu viene ora a colmare questa lacuna e a
confermare come questa fonte fosse ben lontana dall’essere stata
sfruttata completamente.
Enrico
Basso propone uno studio articolato della fonte sotto l’aspetto
paleografico e diplomatistico, offrendo quindi i particolari sulla vita
e sull’attività pubblica del notaio. Le sue pagine sottolineano da un
lato l’aderenza della figura del Da Silva al consueto iter
formativo dei notai genovesi del tempo – con un avvio di carriera
negli scali del Levante che preludeva all’attività professionale in
Genova – e dall’altro la peculiarità del ruolo da lui esercitato
durante la permanenza nell’Anglona nel duplice ruolo di notaio privato
e di cancelliere di Brancaleone Doria nella sua qualità di signore di
Castelgenovese. Il motivo stesso della presenza di Francesco Da Silva a
Castelgenovese era in effetti legato al ruolo preponderante che
Brancaleone si trovava a giocare in quel momento negli eventi politici,
tanto in veste di rappresentante dell’antigoverno ghibellino insediato
in Savona, quanto nel proprio personale interesse nello scacchiere
politico sardo. L’articolato studio di Basso illustra non solo i
provvedimenti amministrativi e quelli più marcatamente politici
adottati dal Doria, ma anche i dati sulla condizione di Castelgenovese e
dell’Anglona in quel periodo. Di particolare interesse risultano, a
questo proposito, le osservazioni sulle trasformazioni sociali
determinate dall’impianto delle nuove strutture legate al mondo
commerciale ligure sul sostrato tradizionale sardo. Tra le più evidenti
emerge quella basata su una più evoluta concezione del ruolo sociale
della donna, che a tutti i livelli appare in possesso di un’autonomia
decisionale nella gestione del proprio patrimonio e dei relativi negozi
giuridici. Di particolare interesse appare poi la politica di
Brancaleone Doria tesa ad attrarre a Castelgenovese esponenti di
professioni artigiane e favorirne lo stanziamento definitivo, ed a
facilitare nel vicino, strategico, borgo fortificato di Casteldoria lo
sviluppo di comunità a lui fedeli, anche attraverso concessioni di
notevole peso amministrativo ed economico.
Il
rapporto tra potere signorile e territorio costituisce il tema del
saggio di Alessandro Soddu, che delinea con precisione il quadro
amministrativo dell’antico giudicato turritano e il suo sviluppo
nell’epoca successiva, con il disfacimento dell’entità statuale
indigena intorno alla metà del XIII secolo e la contestuale
affermazione delle signorie dei Doria e dei Malaspina. Relativamente
alla fondazione di Castelgenovese, Soddu sottolinea l’inconsistenza di
alcune tradizioni storiografiche fortemente radicate e risalenti a
incontrollabili affermazioni di storici della prima Età Moderna come il
Fara; mette quindi in dovuto risalto quegli aspetti che si presentano
con tratti di indubbia originalità rispetto alla situazione di altre
aree sarde. Tra questi spicca sicuramente quello connesso ad una
differente graduazione di importanza fra le varie cariche amministrative
testimoniate; di fronte alla virtuale scomparsa del ruolo del curatore,
nota un’esaltazione del ruolo di un ufficiale la cui carica appare
specifica dell’area logudorese, e cioè il maiore de pane che,
insieme ai vicari e ai castellani, appare ai vertici
dell’amministrazione signorile delle vecchie curatorìas.
All’interno
della cornice così determinata, viene proposta un’attenta analisi
della geografia umana e della topografia dell’area interessata
dall’attività del Da Silva e del suo signore genovese. Le differenti
provenienze degli abitanti insediati a Castelgenovese e la ripartizione
tra questi delle attività professionali, i rapporti patrimoniali che
legano diversi dei personaggi, l’estensione della proprietà terriera
e le modalità della sua valorizzazione e sfruttamento agricolo, la
tipologia dei negozi giuridici attestati nei rogiti. Emerge così un
quadro di quella che doveva essere la società sviluppatasi
all’interno del borgo fortificato, luogo d’incontro fra l’elemento
locale sardo e la forte componente ligure e còrsa.
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Indice
del volume
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Presentazione
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Introduzione
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Nota
degli autori
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PARTE
PRIMA
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1
Francesco Da Silva notaio e cancelliere nella Sardegna del Trecento
(E. Basso)
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1.1
Il cartulare
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1.2
Francesco Da Silva
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1.3
Castelgenovese, l'Anglona e la politica di Brancaleone Doria
-
2
I Doria in Anglona: potere e territorio (A. Soddu)
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2.1
Origine del potere dei Doria in Anglona
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2.2
L'assetto amministrativo
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2.3
Società, economia, territorio
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Tabelle
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Addenda
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PARTE
SECONDA
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Documenti
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Index
locorum et personarum
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Regesti
delle notizie e degli atti inserti
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Bibliografia
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Indice
delle illustrazioni
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