- L’Anglona negli atti del notaio Francesco Da Silva (1320-1326), Sassari 2001 (in coll. con E. Basso)

 

AM Graphic (cm. 16 x 23, pp. 280)

 

 

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Il notaio Francesco Da Silva roga a Castelgenovese (Castelsardo) e nel territorio di pertinenza, l’Anglona, fra il 1321 ed il 1326. La sua attività ha prodotto un complesso di ben 106 atti, fonte di primaria importanza per la storia sarda del periodo immediatamente precedente alla conquista catalano-aragonese (1323-1326). Questo corpus documentario era noto agli studiosi già da tempo; mancava però un’edizione integrale del cartulare che mettesse a disposizione dei ricercatori la fonte nella sua interezza e rendesse possibile un confronto con altre testimonianze coeve. L’edizione curata da Enrico Basso e Alessandro Soddu viene ora a colmare questa lacuna e a confermare come questa fonte fosse ben lontana dall’essere stata sfruttata completamente.

Enrico Basso propone uno studio articolato della fonte sotto l’aspetto paleografico e diplomatistico, offrendo quindi i particolari sulla vita e sull’attività pubblica del notaio. Le sue pagine sottolineano da un lato l’aderenza della figura del Da Silva al consueto iter formativo dei notai genovesi del tempo – con un avvio di carriera negli scali del Levante che preludeva all’attività professionale in Genova – e dall’altro la peculiarità del ruolo da lui esercitato durante la permanenza nell’Anglona nel duplice ruolo di notaio privato e di cancelliere di Brancaleone Doria nella sua qualità di signore di Castelgenovese. Il motivo stesso della presenza di Francesco Da Silva a Castelgenovese era in effetti legato al ruolo preponderante che Brancaleone si trovava a giocare in quel momento negli eventi politici, tanto in veste di rappresentante dell’antigoverno ghibellino insediato in Savona, quanto nel proprio personale interesse nello scacchiere politico sardo. L’articolato studio di Basso illustra non solo i provvedimenti amministrativi e quelli più marcatamente politici adottati dal Doria, ma anche i dati sulla condizione di Castelgenovese e dell’Anglona in quel periodo. Di particolare interesse risultano, a questo proposito, le osservazioni sulle trasformazioni sociali determinate dall’impianto delle nuove strutture legate al mondo commerciale ligure sul sostrato tradizionale sardo. Tra le più evidenti emerge quella basata su una più evoluta concezione del ruolo sociale della donna, che a tutti i livelli appare in possesso di un’autonomia decisionale nella gestione del proprio patrimonio e dei relativi negozi giuridici. Di particolare interesse appare poi la politica di Brancaleone Doria tesa ad attrarre a Castelgenovese esponenti di professioni artigiane e favorirne lo stanziamento definitivo, ed a facilitare nel vicino, strategico, borgo fortificato di Casteldoria lo sviluppo di comunità a lui fedeli, anche attraverso concessioni di notevole peso amministrativo ed economico.

Il rapporto tra potere signorile e territorio costituisce il tema del saggio di Alessandro Soddu, che delinea con precisione il quadro amministrativo dell’antico giudicato turritano e il suo sviluppo nell’epoca successiva, con il disfacimento dell’entità statuale indigena intorno alla metà del XIII secolo e la contestuale affermazione delle signorie dei Doria e dei Malaspina. Relativamente alla fondazione di Castelgenovese, Soddu sottolinea l’inconsistenza di alcune tradizioni storiografiche fortemente radicate e risalenti a incontrollabili affermazioni di storici della prima Età Moderna come il Fara; mette quindi in dovuto risalto quegli aspetti che si presentano con tratti di indubbia originalità rispetto alla situazione di altre aree sarde. Tra questi spicca sicuramente quello connesso ad una differente graduazione di importanza fra le varie cariche amministrative testimoniate; di fronte alla virtuale scomparsa del ruolo del curatore, nota un’esaltazione del ruolo di un ufficiale la cui carica appare specifica dell’area logudorese, e cioè il maiore de pane che, insieme ai vicari e ai castellani, appare ai vertici dell’amministrazione signorile delle vecchie curatorìas.

All’interno della cornice così determinata, viene proposta un’attenta analisi della geografia umana e della topografia dell’area interessata dall’attività del Da Silva e del suo signore genovese. Le differenti provenienze degli abitanti insediati a Castelgenovese e la ripartizione tra questi delle attività professionali, i rapporti patrimoniali che legano diversi dei personaggi, l’estensione della proprietà terriera e le modalità della sua valorizzazione e sfruttamento agricolo, la tipologia dei negozi giuridici attestati nei rogiti. Emerge così un quadro di quella che doveva essere la società sviluppatasi all’interno del borgo fortificato, luogo d’incontro fra l’elemento locale sardo e la forte componente ligure e còrsa.

 

Indice del volume

 

  • Presentazione

  • Introduzione

  • Nota degli autori

  • PARTE PRIMA

  • 1 Francesco Da Silva notaio e cancelliere nella Sardegna del Trecento (E. Basso)

  • 1.1 Il cartulare

  • 1.2 Francesco Da Silva

  • 1.3 Castelgenovese, l'Anglona e la politica di Brancaleone Doria

  • 2 I Doria in Anglona: potere e territorio (A. Soddu)

  • 2.1 Origine del potere dei Doria in Anglona

  • 2.2 L'assetto amministrativo

  • 2.3 Società, economia, territorio

  • Tabelle

  • Addenda

  • PARTE SECONDA

  • Documenti

  • Index locorum et personarum

  • Regesti delle notizie e degli atti inserti

  • Bibliografia

  • Indice delle illustrazioni

STUDI CORRELATI

- L’origine di Castelsardo: nuove ipotesi interpretative,

in “Almanacco Gallurese”, 11 (2003-04), pp. 333-340

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